La riorganizzazione UniToFutura non convince

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Da mesi viene presentato il progetto di riorganizzazione UniToFutura, ma nonostante l’impegno del Direttore Generale di portare al tavolo sindacale le decisioni che via via raggiungeva nel delineare il nuovo assetto organizzativo, la discussione non ha mai trovato risposta alle domande che fin dall’inizio abbiamo posto:

  • quale analisi dei processi ha portato a questo nuovo modello organizzativo;
  •  quali processi vanno migliorati e, soprattutto, come (valga per tutti l’esempio del pagamento delle missioni, che può essere risolto solo con nuove regole e nuovi processi, oltre che con l’aumento del personale coinvolto, non certo con una semplice nomina di un dirigente di Polo);
  •    nominare Dirigenti di Polo (nella carenza di Dirigenti) è davvero il più efficace e unico modo per risolvere la criticità del coordinamento tra le varie arie di Polo?

L’ultimo atto si è svolto lunedì 18 marzo

Durante l’incontro sindacale il Direttore Generale ci ha semplicemente informati (a 3 mesi dall’ultima informativa, buoni ultimi dopo aver già relazionato a Direttrici e Direttori dei Poli coinvolti, che a loro volta hanno informato il Consiglio di Dipartimento; le Coordinatrici di Polo e quant’altri) della nuova proposta di riorganizzazione.

 

Siamo convinti che nessuna riorganizzazione possa prescindere da un'analisi il più puntuale possibile su cosa funziona e cosa debba essere rafforzato o modificato… per andare ad incidere là dove i problemi ci sono, senza smantellare ciò che invece funziona.

Una storia nata male

All’inizio UniToFutura doveva “assolutamente” partire a gennaio 2024 per problemi contabili legati al bilancio e coinvolgere tutti i Poli; poi, di fronte alle evidenti difficoltà, la data è stata spostata al 1° aprile; poi ancora al 2 maggio e ora, si vorrebbe procedere con una “sperimentazione” che coinvolgerà i Poli di Medicina e il Polo di Scienze Umanistiche. Quest’ultima decisione se da un lato rappresenta un parziale riconoscimento delle riflessioni indicate anche dal tavolo sindacale, dall’altro non cambia la sostanza delle questioni da noi esposte più volte: 

  • il rischio di perdere quella omogeneità faticosamente costruita (e ancora da completare) e rendere ancora più confuso il rapporto tra le Direzioni centrali Direzioni di Polo sarà un processo che si verificherà non all’immediato ma, a nostro avviso, sarà inevitabile nel tempo.
  • il pericolo che, dopo aver ricondotto in un percorso univoco un Ateneo “a filiera lunga” come il nostro, domani ogni Polo, con le proprie specificità, rischierà di andare per proprio conto indebolendo l’insieme, creando nei fatti 5 piccoli atenei (tutti più deboli verso l’esterno). 

Cosa prevede ora

In questi due Poli tutte le Direzioni (esclusa ICT) faranno capo a una Dirigente, Antonella Trombetta per Medicina e Sabrina Gambino per SUM, con compiti di coordinamento, presidio dei luoghi fisici, rapporti col territorio e gestione dipendenti.

Sperimentare va bene, ma i risultati di questa sperimentazione non si vedranno tra 7 mesi al termine della sperimentazione. Le cose che funzionano continueranno a funzionare e quelle che non funzionano non si risolveranno con la bacchetta magica in pochi mesi. E poi, terminata la sperimentazione, quali saranno i criteri/indicatori per valutare la riuscita o meno del nuovo modello organizzativo da estendere a tutti i Poli?

Durante l’incontro è emerso che una criticità di Unito, rispetto ad altri mega atenei, sia il rapporto tra dirigente e personale: 1 a 150, ma dare ad un dirigente la responsabilità di un’area di Polo e contemporaneamente mantenere quella di una Direzione centrale, non migliora questa sproporzione.

Anche la sperimentazione su “solo” due Poli, oltre a non rispondere alle nostre domande, molto probabilmente creerà criticità negli incarichi dei Dirigenti

Valga per tutti (ma non come unica criticità di questi nuovi incarichi) l’accorpamento della Direzione Ricerca nella più piccola Direzione Innovazione e Internazionalità su una Dirigente a Tempo Determinato (senza nulla togliere alle capacità dimostrate dalla Dirigente, in scadenza l’anno prossimo), individuata però su una selezione che prevedeva esplicitamente una “nuova Direzione dedicata all’Innovazione … e all’Internazionalizzazione [che tra le principali attività prevedeva] gestione fondi europei, nazionali e regionali non prettamente di ricerca e grandi progetti di Ateneo … [tra] gli obiettivi gestionali dovrà … individuare opportunità di finanziamento europee, nazionali, regionali a valere su programmi di sviluppo e innovazione, non prettamente di ricerca scientifica … [e che indicava che] la graduatoria … sarà utilizzata esclusivamente per la copertura del posto messo a selezione”.

Apriamo una vera discussione

Ancora una volta abbiamo chiesto di coinvolgere in una vera discussione il tavolo sindacale per trovare soluzioni convincenti e contribuire alle possibili soluzioni ai limiti dell’attuale organizzazione dei servizi tecnici amministrativi. Questa analisi, oltre che il tavolo sindacale, dovrebbe coinvolgere i Dipartimenti, per un confronto tra personale docente, personale TA e studenti.

Il nostro Ateneo, tanto più in questo momento, non ha bisogno di contrapposizioni ma di ricerca di soluzioni che coinvolgono l’intera comunità accademica, senza dannose forzature.

La RSU d'Ateneo