Il punto sulla riorganizzazione 24 febbraio 2016

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Nell’incontro di mercoledì 24 febbraio sulla base di una richiesta RSU la parte pubblica ha presentato la proposta di modello organizzativo che partirà da gennaio 2017.

Il nuovo Modello 5 (vedi l’allegato) prevede: la condivisione in una logica di poli territoriali (presumibilmente 6) di vari servizi che saranno in capo al Dirigente responsabile per competenza:

  • i servizi amministrativi e contabili (acquisti, missioni, rendicontazioni, bilancio, etc.);
  • i servizi tecnici e logistici;
  • i servizi informatici;
  • i servizi di supporto alla didattica e per gli studenti, con coordinamento del Direttore della Scuola;
  • i servizi bibliotecari;
  • i servizi di analisi dati e supporto agli organi collegiali.

Resteranno in ambito dipartimentale e potrebbero restare in capo al Direttore diDipartimento:

  • i servizi tecnici per la ricerca (laboratori e spokes);
  • i servizi di supporto al Dipartimento
  • Il percorso temporale dovrebbe essere così scansito:
  • marzo 2016 – delibera del CdA per la macro-organizzazione;
  • aprile 2016 – definizione dei nuovi incarichi dirigenziali e ridefinizione di Direzioni
  • maggiormente consone con la nuova organizzazione;
  • luglio 2016 – definizione delle micro-organizzazione;
  • dicembre 2016 – allocazione del personale nelle nuove strutture e conferimento
  • degli incarichi.

Al termine della presentazione del nuovo modello il tavolo sindacale ha esposto le varie osservazioni, molte già espresse in precedenti incontri, altre collegate al nuovo modello 5,  in particolare sulla necessità di una omogeneità nell’organizzazione e nel trattamento dei lavoratori.

La RSU ha ribadito con forza la necessità di un percorso che veda l’intero processo di riorganizzazione condotto attraverso la condivisione e il coinvolgimento attivo del personale TA e del tavolo sindacale.

Del tema “Riorganizzazione” al tavolo sindacale non si discute dal novembre scorso, e proprio per questo, per proseguire la discussione, abbiamo chiesto di aggiornare i lavori in un incontro tecnico prima del prossimo CdA che dovrà deliberare la macro-organizzazione. I lavoratori e le lavoratrici sono preoccupati/e che questa riorganizzazione comporti un peggioramento delle condizioni lavorative, sia per un’ulteriore gerarchizzazione dei rapporti, sia perché delle scelte non corrette nella macro e (ancor più) nella microorganizzazione possono determinare ulteriori difficoltà al lavoro già svolto oggi in situazioni di forte carenza del personale.

Inoltre, l’inevitabile specializzazione, che la complessità del lavoro e l’accorpamento in Poli comportano, rischia se non si prevedono dei correttivi di demotivare il/le lavoratori/trici fossilizzandoli ad un lavoro ripetitivo e poco gratificante.

Crediamo sia quindi assolutamente “normale” vivere con preoccupazione questo processo di forte cambiamento, ed anche per questo c’è bisogno della massima comunicazione e condivisione di tutti i passaggi del processo di riorganizzazione.

Un dato crediamo sia chiaro a tutti/e: il lavoro è diventato sempre più complesso e a volte più complicato a fronte di una riduzione del personale in servizio. Per non dire che gli

stipendi sono fermi da anni, le progressioni hanno coinvolto solo una parte del personale, molto spesso chi è chiamato a ruoli di responsabilità e di valutazione non è all’altezza del compito. Tutto questo non fa che accrescere il malumore e il disincanto tra il personale dell’ateneo.

Da parte nostra siamo consapevoli che la costante riduzione del personale e le nuove richieste lavorative non permettono più di lasciare le cose come sono oggi. Ci piacerebbe essere ottimisti ma non siamo sicuri che alla fine trionferà solo l’esigenza di offrire una buona ricerca e una buona didattica. Un’università davvero al servizio della collettività non può prescindere dalla capacità di costruire il necessario benessere lavorativo.

Temiamo che ancora una volta gli interessi di pochi producano un cambiamento non all’altezza della situazione, nuove discriminazioni e differenziazioni. Insomma, l’ulteriore occasione mancata.

Da parte nostra faremo di tutto perché questo non accada, con spirito costruttivo ma senza fare sconti a nessuno.

Di una cosa siamo convinti: solo se i lavoratori e le lavoratrici saranno attivi/e e propositivi/e in questo processo si potrà costruire qualcosa di migliore.

Per questo a breve indiremo delle ASSEMBLEE DECENTRATE per discutere e confrontarci sulla futura organizzazione dell’ateneo.

Da subito dovremo affrontare questioni decisive:

  • macro e micro organizzazione;
  • trasparenza e imparzialità nell’assegnazione degli incarichi, con l’adozione di un
  • regolamento. (Su questo, ad es. ci piacerebbe anche definire delle procedure di
  • verifica – dopo un anno? – dei responsabili da parte dei colleghi di lavoro);
  • regole chiare e certe per gestire la riallocazione e la mobilità interna del personale;
  • nuove forme di rappresentanza/consultazione del personale TA, che una volta fuori
  • dai Dipartimenti dovrà trovare nuove strumenti, sanando una differenziazione tra
  • Direzioni e Poli Dipartimentali. Su questo dovrà operare il nuovo regolamento di
  • organizzazione;
  • le ricadute sul trattamento accessorio e sul conto terzi;
  • una nuova definizione e comparazione delle posizioni organizzative.

RSU unito